Oggetto d’Artigiano di Design o opera d’Arte?




Molto spesso oggi nel mondo dell’arredo incontriamo oggetti o manufatti che troviamo belli e funzionali che difficilmente riusciamo a definire come opera di un artigiano o di un artista. 
Oggi questo incontro lo definiamo spesso di “bel design”.

Ma facciamo qualche passo indietro nella storia per capire perché ci riesce difficile classificare questi manufatti con una semplice etichetta.




 

Un tempo non vi era che l’artigiano, ovvero colui che conosceva e tramandava un’arte di saper fare. Essa era collegata ad un materiale: l’artigiano del ferro, del legno, del cuoio, della ceramica ecc... Tutti questi creavano oggetti e attrezzi per uso lavorativo o quotidiano partendo da una materia prima. Venivano certo creati anche oggetti rappresentativi e rituali (vedi ad esempio l’arte funeraria egizia, la scultura greca, il mosaico romano) ma anch’essa era espressione funzionale con un carattere artigianale d’eccellenza.

 




 

 Difatti sino al Rinascimento arte e artigianato sono andate a braccetto, poiché l’artista, non ancora definito tale, operava nell’ambito di una bottega dove accresceva la sua “maestria” e che metteva all’opera come “Artifices”.

Solo dal Rinascimento, con lo spiccare di personalità come Michelangelo, Leonardo, venne coniato il ruolo dell’artista che spaziava tra diverse maestrie con una grande ispirazione verso il bello.

Da allora a oggi l’artista ha sempre meno avuto un legame stretto con la creazione di oggetti funzionali, ma piuttosto ispiratori o portatori di una corrente filosofica di un’epoca (vedi dadaismo, Futurismo, sino all’arte concettuale).

A oggi addirittura l’artista scultore spesso si avvale lui stesso di una maestranza artigiana per creare le sue opere, diventando quasi “progettista” di un’ispirazione.


 

 

Ma torniamo un attimo al Mastro Artigiano che in bottega continua a creare oggetti funzionali e che ad un certo punto vede esplodere l’industria. A produrre un oggetto funzionale ora sono grandi macchine che lo fanno in serie e su larga scala. Ecco che nasce il bisogno di rendere più specifica ogni mansione. All’assistenza della macchina che crea l’operato è l’Operaio, mentre a progettare l’oggetto (idearlo e disegnarlo) è il Designer. E cosi che ciò che l’Artigiano faceva in bottega (e continua a fare nei campi dove sopravvive) ora lo fa il Designer disegnando l’oggetto che la macchina andrà sempre più autonomamente a costruire. 

 



 

A mio parere il ruolo che ancora oggi ricopre l’Artigiano e i suoi manufatti (hand made) è molto importante sia qualitativamente, che economicamente (in termini di ricchezza culturale)

Quando egli infatti riesce ad aggiungere un pregio estetico ai suoi manufatti, li porta a trascendere dal loro semplice utilizzo, trasformandoli in vere e proprie opere d’arte. Poiché essi sono “pezzi unici” disegnati e progettati con un occhio alla funzionalità (utilizzo), alla realizzabilità (costo), e alla gradevolezza (gusto) di chi ne fruirà.

 

Articolo a cura di Marco Giacomini, 

Artigiano e progettista di Wood Milano e della Bottega Itinarrante  

 


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