Vi presentiamo "Alfieri Enterprise"

 

Alfieri Enterprise.

Così si presenta questo duo delle (non piccole) meraviglie. Parliamo di due artisti milanesi: Nino (padre) ed Emanuele (figlio). Entrambi hanno una solida formazione artistica e un’intera vita di pratica, fin da bambini; in particolare, Emanuele è laureato a pieni voti a Brera con una tesi sulle nuove tecnologie luce e video per lo spettacolo. Sia Nino sia Emanuele hanno all’attivo numerose esposizioni, personali e collettive, in Italia e all’estero (sito archeologico di Pirgo-Sicilia, Venezia, Spoleto, San Francisco, Basilea, Coblenz, Francoforte); inoltre hanno collaborato con enti prestigiosi quali il P.A.C. e il Museo della Scienza e della Tecnica di Milano, la Biennale di Mantova, l’Istitut du Monde Arabe di Parigi, il Museu de Lisboa.

Per gli Alfieri le parole d’ordine sono: Sperimentare, Trasformare, Meravigliare.

Si potrebbero definire pittori di mari primordiali ai primi passi dell’esplosione della vita sul nostro pianeta che con naturalezza si trasformano in stellate galassie, oppure creatori di pianeti iperaffollati in cui le forme e i colori mutano davanti all’osservatore come infinitamente vario pulsa l’universo. Grazie alle sperimentazioni con proiettori di luce a diversa frequenza – compreso l’ultravioletto – i grandi felini (leopardi e giaguari) in via d’estinzione di Emanuele balzano a sorpresa dalla tela con le loro fauci spalancate, mentre le forme di kandiskyana memoria di Nino invertono continuamente i propri colori.




Emanuele Alfieri e Cristiana Rizzi: “Freedom – Felini cosmici”




Emanuele Alfieri: “Industrial world III”



Nino Alfieri: “Sirens”


Se finora pensavate che il nero fosse nero ed il bianco fosse bianco, con le loro opere dovrete scordare questi preconcetti. I colori pittorici vengono modificati e trasformati nella percezione nella percezione visiva delle frequenze programmate ad arte delle luci e valorizzate dalle composizioni musicali. Queste ultime – parte integrante delle loro creazioni e composte appositamente da musicisti – vi traghetteranno dolcemente in un nuovo spazio/tempo, in un mondo che è di tutti e di ciascuno, in una dimensione tanto onirica quanto riflessiva. Le opere di questi due artisti sanno catturare l’attenzione e avvolgervi con delicatezza in un’esperienza immersiva emozionante, in cui il tempo magicamente smette di correre.

Ma perché limitarsi alla pittura?!? Gli Alfieri sono scultori sorprendenti: partendo da materiali tradizionali quali l’argilla, il metallo, il legno sperimentano nuove frontiere di lucemusicultura. Nelle installazioni possiamo riscoprire forme neolitiche, curiosi microorganismi primitivi, sciamanici richiami ai totem e citazioni di alcune delle più importanti correnti artistiche del Novecento (dalla Light Art alle sculture di Calder, dallo Spazialismo al Primitivismo; perfino la Street Art se guardiamo alle opere di Emanuele). Tantissime sono le tecniche sperimentate e combinate fra loro affinché l’opera possa pienamente esprimere il concetto che Nino ed Emanuele desiderano condividere; dalla leggera combustione del legno, alla galvanizzazione o l’uso di sali d’argento inumiditi sulle lamine metalliche, dallo studiato calcolo dei tempi di cottura dell’argilla alla scelta di vernici fotosensibili. Il tutto combinato con le nuove tecnologie in materia di illuminazione (LED, lampade di Wood, impianti per la programmazione di scenari luminosi) e, immancabile, la giusta colonna sonora. Restiamo rapiti dal fascino magico di installazioni come “Spirale” o “Eclipse”; ma anche di fronte ai teschi di ceramica tintinnanti. Si supera la classica “staticità” della scultura in un metamerismo dinamico – come ci spiega chiaramente Nino stesso – in cui ciascun elemento dialoga dialetticamente in perfetta armonia alchemica.



                                        Nino Alfieri: “Eclipse”                                              Nino Alfieri: “Spirale”


Se Alfieri padre ha un profondo interesse per lo Spazio, la microbiologia, l’archeologia, la geologia, una certa preferenza per le forme curve e la dimensione fiabesca/mistica, non da meno sono le prospettive ardite, la fisica delle particelle e teoria delle stringhe, l’impatto di forme energiche e la teoria della fisica quantistica, la preparazione tecnologica sempre all’avanguardia e l’impegno ecologico/sociale di Alfieri figlio.

In conclusione, la loro arte combina manualità antiche con l’avanguardia tecnologica, magico fiabesco e riflessione filosofica, interdipendenza tra micro e macro del nostro universo (con espliciti richiami alla matematica dei frattali e alla sezione aurea). Sempre presentati al pubblico con appagante armonia: perché, in fondo, l’arte è – ancora e per fortuna – bellezza.


Sito internet: 

https://ninoalfieri.it/it/

 

YouTube Alfieri:

https://www.youtube.com/channel/UCZazYsLnhMaDPdRm4eS1VDw

 

Pagine Instagram:

https://www.instagram.com/ninoalfieri/

https://www.instagram.com/alfieri_enterprise/

https://www.instagram.com/impossible_impo1/


Articolo a cura di Lisa Scalas






 



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