La liuteria Cremonese

 


Tutto il nord Italia, cui non fa certo eccezione la Lombardia, è da sempre terra di artigianato  di qualità legato alla lavorazione del legno.

Le  montagne hanno offerto abbondanza di materie prime di qualità e l'immensa rete fluviale ha contribuito al loro trasporto a valle e mosso per secoli i macchinari per la loro lavorazione.

Per questo motivo il settore della lavorazione del legno si è qui sviluppato come eccellenza assoluta, ne sono un esempio  non solo le segherie e le falegnamerie della Brianza, gli scultori ed intagliatori bergamaschi del seicento e settecento autori dei più pregevoli arredi sacri e di alcune delle meravigliose opere lignee conservate al castello sforzesco di Milano, ma anche e soprattutto il suo fiore all'occhiello: la liuteria cremonese, riconosciuta dall'UNESCO patrimonio dell'umanità, eccellenza famosa in tutto il mondo fin dalla sua origine che affonda le sue radici nei primi anni del 1600.

I più esperti sapranno che il violino si dice sia nato nel bresciano ad opera di Gasparo da Salò alla fine del 1500, ma è prima con la dinastia degli Amati a Cremona e poi con nomi celeberrimi quali Stradivari e Guarneri del Gesù che si afferma come  eccellenza in grado di tramandarsi attraverso i secoli, una tradizione locale di altissimo artigianato, velata da un alone di mistero e magia...

Ancora oggi nulla è cambiato: gli stessi gesti, gli stressi materiali, l'uso degli stessi attrezzi viene insegnato ad appassionati di tutto il mondo che vengono a studiare a Cremona i segreti della fabbricazione di violini, viole e violoncelli...

Ora un piccolo aneddoto:

Tutti si chiedono perchè i violini cremonesi del cosiddetto periodo d'oro, sono considerati i migliori della storia ed oggi hanno raggiunto quotazioni anche di diversi milioni di dollari?

Per secoli si è cercato di capire quale fosse la chiave del mistero, se la composizione della vernice utilizzata, se il tipo di legno usato, se le tecniche costruttive adottate.

La verità ovviamente sta nel mezzo, ma oltre alla tradizione ed alla tecnica dei maestri liutai che li hanno costruiti bisogna evidenziare due importanti fattori “locali” del periodo.

Il violino antico è costituito essenzialmente di due essenze lignee : L'abete rosso utilizzato per la costruzione della tavola armonica e l'acero (anticamente si usava l'acero campestre locale, oggi quasi scomparso) per la costruzione del manico col suo riccio, del fondo e delle fasce dello strumento. Talvolta e raramente l'acero poteva essere sostituito dal salice e dal pioppo.

Un buon abete da liuteria necessita di tre caratteristiche principali. Una fibratura dritta, una venatura fitta e uniforme con un anello invernale (quello nero) marcato e un anello estivo (quello bianco elastico e leggero) e l'assenza di difetti quali nodi, cipollature, tasche di resina ecc...il tutto accompagnato da una stagionatura lenta e prolungata in grado di annullare qualunque tensione residua all'interno del materiale.

Per ottenere un materiale di questo tipo servono caratteristiche climatiche particolari: inverni molto freddi e cadenzati a estati miti, incredibile regolarità nella durata delle stagioni, il tutto protratto per molti decenni.

I liutai cremonesi di allora erano soliti rifornirsi dell'abete rosso necessario per le loro tavole  armoniche in Val di Fiemme. Lì la conformazione del bosco fitto, curato per secoli dalla comunità locale, favoriva la crescita di esemplari alti e quasi privi di nodi, caratterizzati da una spiccata crescita verticale necessaria alla loro sopravvivenza in una sorta di gara per raggiungere il prima possibile la “cima del bosco” per trovare la luce. Essenza di qualità insuperabile anche al giorno d'oggi  preferita a livello mondiale per la costruzione delle parti vibranti dei più pregiati strumenti musicali del mondo: dal quartetto d'archi alle tavole di pianoforte.



Il legno veniva trasportato dalle montagne attraverso i fiumi fino al Po, (Fluitazione) attraverso il quale giungeva a Cremona. Durante questo viaggio acquatico subiva una sorta di “lavaggio” che migliorava considerevolmente le sue caratteristiche meccaniche necessarie all'impiego per la costruzione di strumenti musicali e ne favoriva la corretta stagionatura.



Durante il periodo che va alla metà del XIV alla metà del XIX secolo, inoltre, si registrò un brusco abbassamento della temperatura media terrestre detto “Piccola glaciazione” che contribuì alla regolarità  stagionale tanto cara alla crescita dell'abete di risonanza.




Fu quindi una congiunzione perfetta di tradizione costruttiva, epoca, metodologia di trasporto, scelta oculata del materiale a fare della liuteria cremonese del 1700 un vanto che ancora oggi contraddistingue il nostri territorio lombardo, un saper fare antico e sapiente capace di attraversare inalterato i secoli e capace di restare immutabile eccellenza assoluta.

Articolo a cura di Ettore Mariani

 Presidente di  Associazione Culturale Bottega Aperta


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